Buongiorno podisti e buon primo maggio a tutti!!! Nel primo week-end in cui finalmente l'Italia cerca di ripartire e finalmente cadono alcune restrizioni (mi raccomando però, testa sulle spalle...), noi siamo sempre in prima linea per curare gli interessi della Podistica e garantire un buon servizio ai nostri tesserati. Innanzitutto vogliamo annunciarvi con orgoglio un progetto portato a termine alcuni giorni fa: il Direttivo della Podistica Pomezia ha ideato e promosso un progetto per la realizzazione di un percorso all'interno della Selva dei Pini di Pomezia. Il Comune di Pomezia con l'assessore di riferimento si è reso subito disponibile a valutare tale progetto sottoscrivendo un patto di collaborazione come Cittadinanza Attiva. Dopo una serie di sopralluoghi e tavoli di lavoro con gli uffici coinvolti, è stato individuato un percorso all'interno del complesso Selva dei Pini da rendere disponibile a tutti gli amanti del running, del walking e di chiunque voglia concedersi una salutare passeggiata lontano dal traffico e dal caos cittadino. Il percorso, un anello di 1 km esatto, non presenta particolari difficoltà, è adatto a chiunque ed è identificato ogni 100 m da un paletto in cui sarà anche ben visibile il logo della Podistica Pomezia. L'inaugurazione è prevista il giorno 5 maggio alle ore 15:00 presso il complesso Selva dei Pini a piazza Cederna (piazzale di fronte ai campi di tennis e gli Uffici Comunali) e la cerimonia sarà presenziata dal sindaco Adriano Zuccalà e dall'assessore Giuseppe Raspa. Siete pertanto tutti invitati in quanto questo non è un obiettivo ottenuto dal direttivo, ma lo riteniamo un obiettivo raggiunto dalla Podistica intera, e pertanto da tutti voi!
Dopo questa doverosa premessa, passiamo adesso al protagonista de "L'angolo del tesserato" di questa settimana. Oggi siamo alle prese con un gentleman di vecchio stampo, dai modi cordiali e pacati. Se poi avete voglia di divertirvi, vi basta frequentarlo 10 minuti: la risata è assicurata!
STEFANO MICHIENZI
Stefano Michienzi è uno dei fedelissimi della Podistica Pomezia: è uno degli atleti più simpatici del gruppo e spesso si diverte ad animare il pre e post gara degli appuntamenti podistici settimanali, che tutti noi speriamo di riprendere a stretto giro di posta. Atleta dai modi estremamente cortesi, sempre disponibile e pronto alla battuta, ha spesso portato i colori della Podistica con sé nelle varie trasferte di lavoro, per cui è uno degli elementi più importanti della nostra società: è grazie a lui infatti, se il marchio "Podistica Pomezia" è conosciuto anche dall'altra parte del globo!".
Direttivo: Ciao Stefano e benvenuto all’ interno della nostra rubrica. L’idea di affrontare un’intervista ti spaventa, incuriosisce o altro? Stefano: Ciao a tutto il gruppo 👋. Beh! Vista la presentazione che mi avete fatto, un po’ di spavento c'è 😱. A parte gli scherzi, non mi spaventa, mi lusinga e per questo vi ringrazio😘.
D: Anche tu, come i nostri fratelli Castiglia, appartieni al gruppo dei “caciaroni” della Podistica. In gara riesci a mantenere la tua ironia e a cercare comunque la battuta oppure la fatica ti impedisce distrazioni? S: L’accostamento ai Castiglia è impegnativo 😬. Non potrei mai raggiungere i decibel e la simpatia dei fratelli C. Sono dei veri trascinatori ed animatori del gruppo. Diciamo che con la mia modesta "caciara" cerco di spostare l'attenzione dalle prestazioni alle risate. Nelle gare, per smorzare un pó la tensione, parto sempre con qualche battuta. Dal terzo km in genere il sangue comincia a non circolare più nel cervello 🤪, la mia anima si distacca dal corpo👻, e in quei momenti non riconoscerei neanche mia moglie figuriamoci a fare battute. Più che altro tifo affinché le mie gambe riescano a portare il resto del corpo sano e salvo alla torta nel gazebo🍰😋.
D: Come sono andati gli allenamenti durante questo periodo di sosta forzata? S: L'anno scorso, durante il lockdown, non ho corso per circa 3 mesi😔. Ho provato qualche volta nel vialetto di casa di circa 30 metri. Centinaia di avanti e indietro. Poi quando il vicino affacciatosi mi ha detto "tu non stai bene!", mi sono rifugiato nella palestra della mia sala hobby🏋♀️ ️dove ho potuto scaricare le tensioni e lo stress del momento. In questo periodo di chiusure ho continuato ad allenarmi ma purtroppo in solitaria e questo mi sta pesando tanto.
D: Spesso per lavoro ti vediamo in altri parti d’Italia o del mondo: quando prepari la valigia le scarpette running le metti sempre? E indipendentemente dalla tua risposta cos'è che non deve mai mancare nel tuo bagaglio? S: Assolutamente si. Prima metto le scarpe da running e poi pantaloni, camicia e cravatta. Per me correre è il modo più bello per conoscere le città in cui vado per lavoro. Dalla Spagna, all'America, alla Germania, all'Inghilterra, alla Turchia, le mie scarpe mi hanno sempre accompagnato e consentito di vedere luoghi fantastici 🗻🏯🌉 sfruttando le poche ore libere dal lavoro.
D: Quando sei andato in trasferta hai mai partecipato o pensato di partecipare a gare podistiche del posto? S: Purtroppo le mie trasferte sono sempre infrasettimanali e quindi non mi sono mai informato di gare nel luogo. Però le gare a volte ti cercano e a volte nel momento sbagliato. Ricordo ad esempio quando con mia moglie eravamo ad Jeres de la Frontera e mi trovai ad un certo punto a dover schivare dei runner alle prese con una 10K, ed io in quel momento ero fermo a causa di una pubalgia😢😢😢. Quanto ho rosicato!!!
D: Ci racconti quando e come hai scoperto la tua passione per la corsa? S: Io vengo da un quartiere nella periferia romana. E li non è importante che la mattina ti svegli del Laurentino o del Tiburtino... l'importante è che cominci a correre. Visto il mio fisico gracilino di allora, ho pensato in alcune situazioni di mettermi a correre. La corsa ha sempre contraddistinto la mia infanzia ed adolescenza. Ero mezzofondista, ma purtroppo verso i 14 anni una brutta mononucleosi 🤒 mi ha fermato per circa un anno. Avrei potuto riprendere piano piano ma la testa allora non era quella di adesso. Tuttavia, anche se non ho proseguito a fare gare, ho sempre corso. Forse lo stop più lungo l’ho avuto i primi anni del matrimonio dove mi son dedicato più alla matriciana🍝 che al podismo. Quando il medico, guardando le analisi del sangue, m’ha detto “ma che te sei magnato!!!” ho pensato che era giunto il momento di pensare al benessere fisico e riprendere a correre.
D: La gara cui hai partecipato che ti è piaciuta di più? S:Potrei dire la Circeo Run. Una gara molto dura a mio avviso con un tratto molto lungo sulla sabbia. Ma una gara molto bella dal punto di vista dell'organizzazione e del posto ed una gara vissuta con la mia famiglia 👨👩👧👦. I miei tre figli in quell'occasione hanno fatto una loro gara prima di quella degli adulti. È stata una bellissima giornata.
D: A breve si dovrebbe riprendere a correre: che obiettivi ti dai? S:Io ho l’obiettivo di provare a scendere sotto i 40 minuti in una 10 K. Tuttavia, visti i miei precedenti problemi fisici, non vorrei esagerare e dovermi fermare per mesi per aver chiesto troppo al mio fisico. Per ora comunque l’obiettivo principe è quello di fare il prima possibile gruppo insieme e farci tante tante risate in compagnia 🤣🤣🤣.
D: Mai pensato di affrontare una maratona? E se volessi farla, con quale vorresti esordire? S: Si ci ho pensato tanto, ma le maratone vanno preparate e a me manca il tempo. Il mio lavoro non mi permette di avere il tempo e la costanza che è fondamentale per preparare una maratona. Se dovessi fare una maratona, non sarebbe l'importante il dove, anche se sceglierei un posto nuovo da visitare, ma con chi. Vorrei avere la mia famiglia a sostegno. Però, mai dire mai. Magari nei prossimi anni se qualcuno del gruppo vuole condividere la sfida 💪… chissà!
D: Se avessi la possibilità di prendere il posto di un personaggio sportivo del passato, chi vorresti essere? S: La risposta è difficile... Prendere il posto significa prendersi gli oneri e gli onori. Dello sportivo che ho in mente è facile prendersi gli onori ma gli oneri molto meno. Parlo di Totò, Salvatore Antibo. Un guerriero che ha combattuto e combatte tuttora contro un male che lo ha limitato della sua carriera sportiva. Penso a lui sia perché è una fonte di ispirazione ma anche perché mi fa ricordare momenti, da bambino, passati con mio padre a guardare le sue gare.
D: Facciamo un gioco: devi dirci un pregio e un difetto della Podistica Pomezia. S: Il pregio è l'inclusività. È bello non sentirsi mai esclusi dal gruppo e non essere considerati per il proprio tempo a km, ma per la propria persona. Come difetto... l'inclusività. Abbiamo fatto entrare troppi top runner 🤣🤣🤣. A parte gli scherzi è fondamentale che ci siano dei veri atleti nel gruppo, che spronano ognuno di noi a fare meglio. Non vedo difetti nella Podistica, mi trovo bene, non sento pressioni e vedo sempre molta positività nel gruppo.
D: Che messaggio vuoi mandare ai tuoi amici della Podistica? S:Ragazzi, non vedo l'ora che venga organizzato un momento insieme. Anche fosse solo una pizzata. Vorrei far partecipare i miei figli di più per far vivere l'ambiente sano del gruppo e far capire loro, come giovani, che non bisogna fare chissà cosa per sorridere e divertirsi, ma semplicemente aprirsi allo sport e agli altri.
D: Ok, abbiamo finito. Ci saluti il piccolo Salvatore? S: Sicuramente si, ho sentito il papà qualche settimana fa e mi diceva che le cose stanno andando molto meglio. Il Signore lo ha protetto e ha protetto la sua famiglia. Sicuramente appena potrò ve lo saluterò e chissà… io spero sempre che possa venire a trovarci in una prossima edizione della corsa di Enea. Vi ringrazio per questa intervista. E spero di ritrovarvi presto su strada.
Ciao a tutti ragazzi, mentre l'Italia è pronta a ripartire (e tutti speriamo che stavolta sia una ripartenza VERA), noi andiamo avanti con le nostre attività, allo scopo di rendere un buon servizio ai nostri tesserati e rendere la Podistica Pomezia un modello da seguire per tutti. Pertanto, in attesa di rendicontarvi sulle importanti novità relative al percorso messo in piedi all'interno della Selva dei Pini e di ripartire con le gare settimanali (non vediamo l'ora!), continuiamo con le nostre interviste mirate a far conoscere sotto un'altra veste i nostri tesserati. Oggi è il turno di un'altra nostra quota rosa: la ragazza in questione è una grandissima sportiva (nuoto, equitazione, bici, corsa...) e durante l'intervista ci ha colpito il sentimento e l'enfasi con cui lei ci ha parlato di questa sua grande passione.
LINA PROIETTI
Lina Proietti fa parte della Podistica da poco più di un anno. Appassionata sportiva, con particolare predilezione per la disciplina del nuoto, è stata introdotta all’interno della nostra società dalla sua amica Lorena Cardaioli. Ama la competizione, ma purtroppo la pandemia in corso non ci ha ancora concesso di vederla all’opera. Siamo sicuri che non appena ripartirà tutto sarà una delle protagoniste degli eventi podistici del fine settimana. Si dichiara orgogliosa di far parte della nostra squadra ma, visti i suoi trascorsi sportivi, forse siamo noi a dover essere orgogliosi di averla tra le nostre fila.
Direttivo: Ciao Lina, benvenuta nella nostra rubrica. La sosta forzata causa pandemia dovrebbe concludersi, salvo imprevisti, tra poco. Pronta a ripartire? Lina: Ciao a tutti! Pronta? Sono prontissima e non vedo l’ora. Attualmente mi sto allenando per la mia prima mezza maratona e sono veramente gasatissima!
D: Sappiamo che oltre a correre coltivi la passione anche per altre discipline sportive (equitazione, nuoto…). Come hai gestito gli allenamenti durante e questo stop forzato? L: Se devo essere sincera non mi sono mai fermata. Lo sport è la mia vita e se avessi dovuto fermarmi veramente non so come avrei accusato il colpo. Fortunatamente abito vicino ad un bosco, che reputo una seconda casa, e questo mi ha permesso di allenarmi anche in pieno lockdown.
D: Ti è mancato gareggiare? L: Tantissimo! Ogni gara è sempre emozionante e non vedo l’ora di riprovare quelle emozioni. Poi stare insieme alla squadra è bellissimo e quindi spero quanto prima di ritrovarci tutti quanti sotto il nostro gazebo.
D: Tra gli sport che pratichi quale è quello che ti dà maggiore soddisfazione? L:Bella domanda! Sicuramente il mio vero amore è il nuoto, grazie al quale ho girato tutta l’Italia, dall’idroscalo di Milano allo stretto di Messina, piscine, laghi, mare, portando a casa tantissime medaglie, targhe e coppe. Quindi questo è lo sport che mi ha dato sicuramente le maggiori soddisfazioni. Tuttavia da un po' di tempo comincio a provare grande soddisfazione anche nella pratica della corsa e dell’equitazione. Ma come ho detto amo lo sport in tutte le sue forme: mi sono anche cimentata come autodidatta nel triathlon e nel duathlon, correndo con una bici pesantissima e arrivando comunque a podio.
D: Generalmente come distribuisci i tuoi allenamenti durante la settimana? Segui anche un regime alimentare adeguato? L: Cerco di distribuire i miei allenamenti in modo uniforme e adattandoli ai miei obiettivi. La mia settimana standard prevede almeno 4 allenamenti, in cui pratico ogni giorno una disciplina sportiva diversa. Ad esempio parto con la corsa, poi il giorno dopo equitazione, poi bici e infine nuoto. Al termine di questa quaterna mi ritaglio sempre un giorno di riposo per poi ripartire con gli allenamenti. Relativamente all’alimentazione sicuramente osservo un regime alimentare sano, genuino ed equilibrato.
D: Riesci a conciliare questa tua passione per lo sport con gli impegni familiari senza difficoltà o far incastrare tutto è un po' complicato? L: Fortunatamente riesco a far incastrare i miei allenamenti senza difficoltà: questo anche grazie al mio lavoro che prevede dei turni, per cui posso pianificare la mia settimana in base ad essi.
D: C'è una gara podistica a cui non vorresti mai rinunciare? L:Sicuramente la mitica Roma-Ostia: sono iscritta dall’anno scorso e non ho mai pensato di cancellarmi. Non vedo l’ora di partecipare e affrontare la gara, anche perché per me è importante gareggiare come italiana e rappresentare la mia capitale.
D: Ti ricordi la tua prima gara podistica? Ci racconti come è andata? L: Come no, la ricordo benissimo! Era “La corsa per Silvia”, all’interno della Selva dei Pini e organizzata dal grande Giovanni Consiglio, allora presidente degli “Spiriti Liberi”. Ricordo che arrivai seconda e per me fu come una vittoria, in quanto ottenere un risultato del genere nella gara di esordio è sempre una grande soddisfazione. Fu una grande emozione
D: Da amante dello sport immaginiamo che se puoi vedrai le olimpiadi: c'è una disciplina sportiva che ti piace seguire in particolare? L: Qui la risposta è scontata: il Nuoto! Onestamente seguirò un po' tutto in quanto, come detto, amo lo sport nella sua totalità, ma se devo scegliere sicuramente le gare di nuoto sono quelle che cercherò di non perdermi.
D: Un atleta che ammiri in particolare? L: Come si fa a non ammirare Alex Zanardi? Lui è veramente il top e non c’è bisogno di motivare la mia scelta. (Noi del direttivo condividiamo la scelta di Lina e speriamo di rivedere presto Alex in piena forma)
D: Giochiamo un po': scrivi una domanda che volevi ti venisse fatta in questa intervista (e scrivici anche la risposta) L: OK, giochiamo. La domanda può essere: “Ci parli della tua passione per lo sport?”. A questa domanda risponderei così “Lo sport è una cosa che mi accompagna da sempre, fin da quando ero adolescente. Amo la competizione, ma lo sport mi affascina perché ti fa stare bene e ti autodisciplina, ti fa conoscere il tuo corpo, i tuoi limiti e le tue potenzialità. Ti aiuta a star bene sia mentalmente, sia fisicamente. Se potessi praticherei anche tanti altri sport, come ad esempio lo sci. Anni fa ho provato anche la kickboxing (anche se non ho partecipato mai a gare) e l’ho trovato uno sport molto affascinante (ed essendo una donna sola sapersi difendere è sempre importante). Seguivo la boxe nei tempi d’oro di Tyson, ho partecipato a numerose escursioni, anche con difficoltà estreme: se potessi farei molto più di quello che sto facendo. Lo sport per me è vita e a volte non capisco come la gente possa vivere senza.”
D: Ci dai un tuo pensiero sulla podistica Pomezia? L:Credo sia una gran bella squadra, organizzata molto bene da voi del direttivo, costituita da gente per bene, che ama correre e stare insieme. Sono molto felice e orgogliosa di fare parte di questo gruppo.
D: Ok. Abbiamo terminato. Manda un saluto ai tuoi colleghi. L: Cosa devo dire? Forza ragazzi, corriamo e tappezziamo l’Italia dei nostri colori. Avanti Podistica Pomezia!
Salve a tutti, una piccola, piccolissima luce sembra vedersi finalmente in fondo al tunnel: il Governo poche ore fa ha confermato che dal prossimo 26 aprile si proverà a ripartire, aprendo al pubblico cinema, musei e teatri, con l'obiettivo di riappropriarci di quella normalità che non abbiamo mai desiderato così tanto. La speranza è che la campagna vaccinale prosegua in modo incrementale, ma anche che la gente, con queste prime timide riaperture, abbia un pò di sale in zucca mantenendo le attuali precauzioni ed evitando comportamenti sconsiderati, in modo da evitare una nuova risalita della curva dei contagi, che porterebbe inevitabilmente ad una nuova chiusura. Quindi in attesa che ripartano gli appuntamenti podistici settimanali a cui eravamo abituati e si possa ricominciare a rendicontarvi delle prestazioni dei nostri tesserati in gara, continuiamo a presentare il nostro atleta di turno all'intero gruppo attraverso questa rubrica de "L'angolo del tesserato", che speriamo sia di vostro gradimento. Oggi è il turno di un nostro fedelissimo che si è mantenuto fedele ai nostri colori nonostante il lavoro lo abbia portato lontano dalla nostra patria per ben 3 anni. Ora è rientrato in terra natia ed è pronto a riprendere a correre insieme a tutti noi. Bentornato Danilo!
DANILO MORANDO
Danilo Morando è un fedelissimo della Podistica Pomezia: amante del runnning, ha sposato i nostri colori anche nel periodo in cui per lavoro si è trasferito in Germania, non rinunciando a prendere parte agli eventi podistici in terra teutonica. Predilige gare da 10 e 21 km e anche qualche garetta ciclistica su bici da corsa, ma il periodo lontano dalla patria non ci ha permesso di seguire i suoi progressi e la sua attività in modo costante, anche se si è preoccupato sempre di mantenere vivi i contatti con il gruppo della podistica. Ora che è rientrato in Italia, non appena sarà finita la pandemia e le gare torneranno a pieno regime, è pronto a riprendere da dove aveva interrotto le attività, portando di nuovo in alto i nostri colori che non ha mai smesso di indossare con orgoglio.
Direttivo: Ciao Danilo, e benvenuto nella nostra rubrica. Innanzitutto ti diamo il bentornato in patria dopo la tua esperienza tedesca. Come è andata? Danilo: Ciao a tutti, per prima cosa un caro saluto a tutti gli amici della Podistica, poi un sentito grazie per aver pensato a me per questo simpatico periodico appuntamento. Che dire, è andata bene, talmente bene che mia moglie Alessandra è rimasta a Berlino per permettere alle nostre figlie Elena e Silvia di completare gli studi. Scherzi a parte, tre anni vissuti immersi in un’altra cultura sono stati un’esperienza davvero unica e un vero arricchimento per tutta la famiglia. E poi, noi Italiani risultiamo subito empatici, specie ai Teutonici, e loro con noi si sono aperti completamente, in ogni località dove siamo stati e in molte situazioni.
Di: Abbiamo visto che la tua passione per la corsa è venuta in trasferta con te… Da:Proprio così! Due mesi per i dovuti aggiustamenti abitativi, logistici e lavorativi, e poi sono stato nuovamente assalito dalla irrefrenabile voglia di infilarmi le scarpe da running e… Via! a portare per le “Straβe” della capitale tedesca i colori della Podistica, con due mezze maratone e due 10km ogni anno. La città, la gente, gli echi delle imprese della Podistica dall’Italia hanno funzionato e dopo poche gare sono riuscito a trasmettere la mia passione a mia figlia Elena con cui ho corso diverse gare (e che è diventata, ammetto, anche più brava di me…).
Di: Hai partecipato a varie gare in Germania: conoscendo la precisione tedesca immaginiamo che l'organizzazione delle gare era impeccabile… Da: Si, i tedeschi sono organizzati, anche se forse un po’ troppo innamorati delle procedure, ma organizzati. L’aspetto che ci è piaciuto di più: la pavimentazione stradale pressoché perfetta, tanto che quella di Berlino è considerata una delle mezze maratone più veloci al mondo e gara ideale per battere i record. L’aspetto che ci è piaciuto di meno: i pacchi gara un po’ miserini, tant’è che da noi il rientro a casa da una gara a volte sembra il rientro dalla spesa al supermercato (mi perdonerai la battuta). Correre e gareggiare a Berlino è stato bellissimo e ricorderò sempre l’arrivo della mia seconda mezza maratona corsa nella capitale tedesca: non mi ero accorto che l’ultimo chilometro si sviluppava sulla pista d’atletica all’interno dell’Olympiastadion. Si, proprio quello dei Giochi Olimpici del 1936 (e dove il grande Jesse Owens rovinò i piani propagandistici del Fuhrer vincendo 4 ori olimpici). Tagliare il traguardo fu di una suggestione unica, come fare un salto nella storia e testimoniare che lo sport unisce e vince su molte cose.
Di: Invece che ci dici dell'atmosfera pre e post gara? Differenze rispetto alle nostre gare? Da:Lo sport, come la musica, è universale e unisce tutti. Anche in Germania, consentitemelo anche se sono in trasferta dal Basso Piemonte, si finisce in "caciara" e sono moltissimi gli stranieri che gareggiano e si uniscono al divertimento. Poi, specie sulle distanze dei 21 e dei 42 km sembra che all’evento sportivo partecipi tutta la città e, oltre alla gente che tifa, trovi band che suonano ai lati della strada, artisti che improvvisano piccoli spettacoli, proprio per gli atleti in gara. La differenza più grossa? Altro che acqua, the, integratori, succhi, cioccolata calda a fine gara dopo l’arrivo: a Berlino ti offrono una bevanda a base di malto d’orzo fermentato che si chiamaBIRRA e che forse conoscete. Credetemi, non c’è integratore migliore!!!
Di: Per prendere parte alle gare ti eri iscritto ad una società podistica del posto? Da:Giammai! Il mio senso di identità nella Podistica Pomezia è assolutamente cristallino e autentico. In tutte le gare a cui ho partecipato mi sono iscritto sotto i colori della nostra ASD. Vi dico di più, sebbene in Germania non sia richiesto un tesseramento sportivo per gareggiare, tutte le volte che ho iscritto mia figlia Elena a una gara l’ho indicata come appartenente alla nostra Podistica, proprio per il senso di identità di cui parlavo e per motivarci a fare del nostro meglio. Ha funzionato e conto di farvi conoscere Elena molto presto.
Di: Ora sei tornato in patria: pronto per ripartire appena questa cavolo di pandemia sarà finita? Con quale gara vorresti ricominciare? Da:Eccome, non vedo l’ora. Una gara che mi è sempre piaciuta molto, e che temporalmente potrebbe collocarsi bene con la fine della pandemia che tutti stiamo attendendo, è la Corsa dei Santi. Sarebbe davvero bello ritrovarci nuovamente forti, motivati e pronti a riprendere la vita tra le nostre mani con questo evento sportivo unico ed emozionante.
Di: Ti ricordi come è nata la tua passione per la corsa e dove hai fatto la tua prima gara? Che sensazione hai provato? Da:Come fosse ieri! Era il 2013 ed è stata tutta colpa di un losco figuro, un collega di lavoro meglio noto con il nome di Dante Sanson. Venivo da un periodo lavorativo veramente intenso e avevo bisogno di ritrovare una certa condizione fisica. Da ventenne correvo i 1.500 metri, sapevo che la corsa in me funziona, ma è stato Dante a mettermi sul gusto parlandomi della 100 km del Passatore. Dante, saggiamente, mi ha poi aiutato a controllare il mio entusiasmo, avvicinandomi progressivamente al podismo e facendomi poi conoscere la Podistica. Ed eccomi qui tra voi. La prima gara che ho corso è stata la Roma-Ostia, il giorno 2 marzo 2014. Una sensazione straordinaria, per avercela fatta e perché, neanche a farlo apposta, la data della gara è coincisa con il 10° anniversario della scomparsa di mio padre. L’ho corsa insieme a lui e per me è stato anche un sentire di onorare la sua memoria con l’impegno e la determinazione.
Di: Tra 10, 21km o maratona quale distanza preferisci e quale ti dà maggiore soddisfazione? Da:La distanza che preferisco è quella per il cui “recupero” riesco a prepararmi meglio o, rubando le parole a Dante, “che mi permette di fare le scale senza grosse difficoltà”. Detto questo, credo la mezza sia quella a me più congeniale: non troppo lunga, non troppo corta, a casa per il pranzo della domenica. Mi auguro proprio si possa correre la Roma-Ostia il prossimo ottobre.
Di: La gara più bella a cui hai partecipato? Da:La 100 km del Passatore. Per me quasi una sorta di pellegrinaggio sportivo con altri atleti-pellegrini, che ti permette di constatare di persona che l’Italia è veramente il Paese dei Borghi, come quello bellissimo di Brisighella. E poi la gente che tifa e ti sprona lungo il percorso, anche nel cuore della notte. E alla fine l’arrivo a Faenza, con la soddisfazione di averla completata, momenti unici.
Di: Una curiosità: anche tua figlia continua a coltivare la passione per il running? Da:Certamente. Ci eravamo già iscritti entrambi alla Roma-Ostia edizione 2020, ma poi il Covid ha rovinato tutto. Sono mesi che non ci alleniamo insieme, ma non molliamo e come ho detto conto di farvi conoscere Elena molto presto, anche sportivamente.
Di: Ora che sei rientrato in Italia, ci dici come ci trovi? Pensi che la Podistica Pomezia sia migliorata? Da:Vi trovo più forti che mai, affiatati e migliorati in tutto. Mi piace tornare sul senso di appartenenza e di identità: penso che la Podistica Pomezia lo interpreti splendidamente ed è proprio questa caratteristica che mi ha spinto, una volta a Berlino, a perseverare nel podismo e anche a coinvolgere un mio famigliare.
Di: Abbiamo finito. Manda un saluto ai tuoi colleghi della podistica e traducilo anche in tedesco, così diventiamo sempre più internazionali? Da: Caro Direttivo, questa intervista è stata un vero piacere e vi ringrazio dell’opportunità. Agli Amici della Podistica Pomezia: Ein herzlicher Gruß an alle Freunde des Podistica Pomezia und bis bald!
Ciao a tutti...niente, non se ne esce. E' notizia di giovedì scorso l'annullamento della Maratona della Maga Circe. La gara era attesa in maniera trepidante da molti nostri tesserati: essa avrebbe rappresentato sicuramente qualcosa di molto importante, una simbolica ripartenza che avrebbe portato tutti noi a riappropriarsi di quella semplice normalità che ormai ci manca come l'aria. Purtroppo le autorità non ritengono i tempi ancora maturi per ripartire con le gare podistiche e quindi dobbiamo ancora pazientare. Noi prendiamo atto della decisione presa e andiamo avanti con i nostri obiettivi, cercando di continuare le attività pianificate per la nostra società. E tra queste attività, come ormai avrete imparato, c'è anche la nostra rubrica de "L'angolo del tesserato", che ci permette di far conoscere e integrare tutto il nostro gruppo. Oggi presentiamo con orgoglio uno dei nostri veterani: un grandissimo atleta che ci ha aperto lo scrigno dei suoi ricordi raccontandoci della sua infanzia, ci ha immerso nella sua testa facendoci capire come talvolta la mente conti molto più del fisico e ci ha fornito tanti consigli su come diventare ed essere un runner fiero ed orgoglioso. Divertitevi a leggere la sua intervista: una fantastica immersione nel mondo delle corse che farà a tutti quanti venire la voglia di indossare le scarpe e uscire a correre...perché lui è un ammiratore del grande Pietro Mennea e concorda pienamente con quanto sosteneva l'atleta barlettano: "La fatica non è mai sprecata: soffri, ma sogni!"
DANTE SANSON
Dante Sanson milita nelle file della Podistica Pomezia ormai da molti anni, in quanto veste i nostri colori dal lontano 2006. Fa parte del gruppo degli ultramaratoneti di cui la società va particolarmente fiera e talvolta preferisce i trail alle classiche gare su strada. La sua passione per il running lo ha portato ad affrontare distanze di tutti i tipi, partendo dalle classiche gare di 10 km, fino a affrontare la 100km del passatore. Per la sua tenacia, la voglia di mettersi continuamente alla prova e l'attaccamento ai colori che puntualmente mostra ogni anno rappresenta sicuramente un modello da seguire per tutti i nostri soci.
Direttivo: Ciao Dante, e benvenuto nella nostra rubrica. Come è andato quest'anno senza gare? Dante: Credevo peggio...non temevo l’impossibilità di gareggiare (anche se le gare mi sono mancate) ma temevo soprattutto l’impossibilità di allenarmi. A gennaio 2020 ho anche partecipato ad una gara, la “Corsa di Miguel” durante la quale ho “limato” qualche secondo rispetto all’ edizione 2019, ma poi più nulla. Fortunatamente l’APP STRAVA mi ha aiutato nel sopperire alla mancanza di gare, permettendomi il confronto con alcuni runners di riferimento (più forti di me, ma ipoteticamente raggiungibili), e stimolandomi a perseverare negli allenamenti. D'altronde quando vedi Riccardo Manzini e Fabio Paoletti sempre sotto i 4’40’’/Km nei lunghi, ripeti a te stesso che è proprio il caso di mettere le scarpe e darti da fare ☺☺☺.
Di: Gli allenamenti invece come sono andati? Sei riuscito ad allenarti con regolarità? Da:Benino, marzo e aprile li ho trascorsi in casa condividendo un'ellittica (acquistata per affrontare il lockdown) con il resto della famiglia. Devo dire che l’ ho trovata veramente noiosa, è più tediosa degli allenamenti sotto la pioggia (questo fatto mi ha veramente sorpreso). Poi quando si è potuto ricominciare ad uscire ho ripreso ad allenarmi regolarmente (130/160 KM al mese)...per trovare maggiori stimoli, da luglio 2020 ho iniziato anche ad usare il cardiofrequenzimetro misurando SOGLIA AEROBICA e VO2Max, la misurazione di questi parametri mi ha fornito nuovi stimoli e maggior consapevolezza nelle mie potenzialità.
Di:Ci racconti come è nata la tua passione per il running? Da:Mah, chi lo sa? che fosse per esplorare in fretta luoghi vicini o lontani, o per superare un concorrente, o per scappare via da un compagno, non posso dire con certezza come sia nata la mia passione per la corsa, ma credo di aver sempre avuto un istinto, o meglio una irresistibile voglia di correre, fin da quando io abbia memoria.Ricordo, che in quarta elementare, durante la ricreazione di un dopo scuola, la maestra (forse per renderci meno turbolenti in classe) ci disse: “oggi cambiamo gioco, vediamo chi riesce a fare il maggior numero di giri della scuola, a corsa lenta e senza mai fermarsi” . Dopo un bel po’ quando quasi tutti i miei compagni ne avevano avuto abbastanza ed erano rientrati in classe, vidi uscire la maestra sul cortile (mentre stavo ancora allegramente correndo a corsa lenta) e mi disse: “ ma cosa stai facendo?, fermati e va in classe che tra 5 Minuti la scuola è finita”. Dopo breve tempo, ricordo di aver partecipato (e vinto) la “Corsa di resistenza” della mia scuola, successivamente ricordo di aver rappresentato la mia scuola a Udine alla finale regionale di corsa campestre. Di lì a poco partecipai ad una gara amatoriale della mia parrocchia, “La marcia delle primule” di 10KM (era il 1977), litigai con mamma, non voleva che partecipassi, secondo lei non avevo le scarpe adatte, erano le Superga blu a suola bassa, con tomaia in tela (scassate, perché le usavo per giocare a calcio); a 9 anni scoprire che potevo correre 10km senza mai fermarmi fu davvero entusiasmante.
Di: Nel tuo curriculum compaiono varie ultramaratone: 3 edizioni della 100km del passatore, 1 ultratrail dei monti Simbruini (84,4 km), una ecomaratona dei Marsi (44 km)...tutte caratterizzate da un importante dislivello. Cosa si prova a correre gare di questo tipo? Da:È difficile trovare le parole giuste per dire cosa si prova, penso che in queste gare si trasformi la fatica fisica in qualcosa che non risiede più nei muscoli ma nella mente e nello spirito del runner. Di conseguenza avendo un buon autocontrollo si possono allontanare certi pensieri e con essi anche la fatica fisica; ottengo intime e grandissime soddisfazioni da queste gare, emozioni difficili se non impossibili da descrivere. Quando un runner mi dice che sta accarezzando l’idea di fare una 100km, lo incoraggio con sincerità dicendogli: “non so cosa ci sia di bello su una 100km, ma da runner a runner ti dico che correrla è il più bel regalo che tu possa fare a te stesso”.
Di: Ci dici che tipo di preparazione serve? Quanto conta il fisico e quanto la mente? Da:Serve una preparazione molto costante e completa, che permetta di ricreare le condizioni di gara, con allenamenti anche notturni a ritmi lenti e prolungati (anche a meno di 7’/Km) e pause tra gli allenamenti possibilmente inferiori alle 36 ore, da ridurre gradualmente in prossimità della gara fino ad ottenere allenamenti bi-giornalieri; va anche adottata una alimentazione attenta. Testa e volontà sono fondamentali, ma devono necessariamente essere ben supportate dalla preparazione fisica; anche la preparazione tecnica, in termine di vestizione ed equipaggiamenti, è molto importante, specialmente se si è in gara per molte ore e su terreni impervi. Tuttavia allenare volontà, tenacia, resistenza al dolore, comprendendo quale dolore si può sopportare e quale è il dolore per cui è necessario arrendersi, lo ritengo fondamentale.
Di: Dicci la verità: durante una di queste gare hai mai pensato "chi me lo ha fatto fare? Da:Non credo di aver mai pensato “chi me lo ha fatto fare”? Piuttosto, per diversi motivi, mi sono chiesto diverse volte “non è che sto facendo una stupidaggine”? ma poi rallentando il ritmo e cercando la giusta concentrazione, ho sempre portato a termine quello che stavo facendo. Caso a parte è un trail del 2014, quando cadendo in un ripido sentiero, mi sono fratturato l’omero, procurandomi anche altre lesioni, li mi sono proprio dovuto arrendere, ma vi assicuro che ho imparato la lezione, per non dimenticarla, conservo sul mio profilo FB la foto che mi hanno scattato pochi minuti prima dell’incidente, così quando apro il Social Network, mi ricordo che se voglio continuare a correre devo essere prudente, altrimenti mia moglie chi la sente…
Di: C'è un aneddoto particolare, un episodio avvenuto durante queste gare che ti rimarrà sempre in mente? Da:Alla mia prima mezza maratona la RomaOstia 2007, ho partecipato con il pettorale di Luigi Pezzera che non poteva correre, era un pettorale bassissimo, da campioni della prima griglia, dopo la partenza ho preso un sacco di insulti dai top runners per quanto ero lento, se non mi fossi subito spostato mi avrebbero “asfaltato”. Poi 200 metri prima dell’arrivo un concorrente che mi precedeva mi è quasi caduto tra le braccia in preda alle convulsioni e l’ho adagiato al suolo in attesa dei soccorsi … in quel momento compresi che benché sia una passione, la corsa va presa seriamente. Nel 2012 sempre alla RomaOstia, mentre procedevo, sentivo che a bordo strada dicevano ripetutamente “guarda Aldo Giovanni e Giacomo” e mi chiedevo “ma dove stanno 'sti tre?” ...poi dopo un po’ mi sono accorto che stavo correndo da diversi Km a fianco di Giovanni Storti (del Trio Aldo Giovanni e Giacomo) nel tentativo di reggere il suo passo (che era più veloce del mio). Grazie a lui ho terminato in 1h38’40’’ che fu il mio PB di quell’anno.
Di: C'è una gara di trail che ancora non sei riuscito a fare ma che vorresti tanto affrontare? Da:Si! è una gara a cui ho dovuto rinunciare nel 2014, per motivi di lavoro, il “Magredi Mountain Trail 100M”, ora da un po’ non la riorganizzano più (I trail lunghi sono faticosi ed impegnativi da organizzare e spesso non convenienti per chi li organizza). Mi sarebbe piaciuto correre sulle mie montagne del pordenonese per 30/35 ore e mettermi alla prova con qualcosa di veramente tosto.
Di: Se uno dei nostri tesserati volesse cimentarsi in una gara di trail quale gli consiglieresti e perché? Da:Qualsiasi trail, ma inizialmente non andrei mai oltre la distanza di 13/15Km, giusto per iniziare a confrontarsi con salite che avvelenano i muscoli e discese che mettono a dura prova le articolazioni. In Abbruzzo ci sono trail da sogno un po’ su tutte le distanze, ma se dovessi proprio consigliare una gara nei paraggi, direi di iniziare con il “Trail Della Capitale” (a Rocca Di Papa e Monte Cavo). Speriamo lo riorganizzino presto perché rappresenta un ottimo compromesso tra bellezza dei panorami ed impegno fisico, tra distanza percorsa ed elevazione raggiunta.
Di: Invece delle gare su strada hai affrontato tutte le distanze, partecipando anche alla maratona di Roma. Supponiamo che completare una ultramaratona dia più soddisfazione, ma le sensazioni durante la gara e l'emozione all'arrivo è diversa? Da:Un po’ si. Direi che le sensazioni legate ai traguardi parziali sono differenti, per il fatto che nelle gare lunghe, ci sono più incognite (il tempo meteorologico, possibili traumi, spreco di energie, errori alimentari ecc.) quindi si corre con una sorta di preoccupazione/concentrazione continua. Pertanto non c’è la possibilità di considerare completamente acquisiti gli obiettivi parziali che si sono raggiunti: tuttavia a mano a mano che si procede, un po’ di ottimismo inizia a farsi strada, ma bisogna controllarlo affinché non prevalga sulla concentrazione. Quando si giunge al traguardo arriva la contentezza, che sarà veramente coronata dal successo se il giorno dopo la gara potrai fare le scale senza grosse difficoltà. È bello anche ripensare alla gara e riflettere su tutto quello che hai fatto bene e quello che potevi fare meglio, e se realizzi che qualcosa la potevi gestire meglio (durante la preparazione o durante la gara), ti riparte il “tarlo” e non smetti più di chiederti quando tornerai a correre quella gara per migliorare ancora un po’. Mi capita anche di sognare gare lunghe, nelle quali è importante mantenere una percorrenza continua, anche se a lenta velocità: il sogno più ricorrente è quello di essere fermo ad un ristoro dove sto inutilmente perdendo tempo invece di riprendere la gara...inizio a svegliarmi e mentre sono ancora in dormiveglia, ripeto a me stesso: “che sto facendo fermo qui? Vai riparti, Vai Vai !” Cosi prima di riaddormentarmi penso alla prossima Passatore, e mi ripeto che non farò il cambio scarpe alla Colla di Casaglia e non mi farò più massaggiare a Brisighella, come feci l’ultima volta, in questo modo guadagnerò 20 minuti e agguanterò il nuovo PB. Poi mi riaddormento (per fortuna senza grosse difficoltà), appagato del fatto che ho ancora una strategia migliorativa da perseguire, un asso nella manica, questo può sembrare paranoico ma a me piace, e a domanda, rispondo!☺
Di: Nonostante la pandemia, a luglio parte la XXXII olimpiade: c'è un atleta che ammiri o hai ammirato particolarmente? Da:In Tema di olimpiadi mi emoziona sempre Pietro Mennea, forse lo ammiro perché da ragazzo ero un velocista (scarso, ma impegnato) lo considero un maestro di sacrifici ed impegno, ma il mio atleta di riferimento anche se non e olimpionico, è Marco Olmo.
Di: Un bilancio di questa tua lunga militanza nella Podistica Pomezia? Da:È un Bilancio estremamente positivo ricco di esperienze e amicizia, da sempre ho avuto la ferma convinzione che la Podistica Pomezia custodisse i più genuini e sinceri valori sportivi, sono veramente orgoglioso di farne parte.Sarò sempre grato a Pasquale Botti per avermi introdotto e fatto tesserare con tutti voi.
Di: Ok, abbiamo finito. Vuoi salutare i tuoi colleghi? Da:Certo! Daje ragazzi, Forza Podistica Pomezia!