Diciamolo chiaramente: il lockdown ha messo a dura prova tutti coloro che erano abituati a dedicare una piccola parentesi della loro giornata alla corsa. Improvvisamente correre è stato impossibile, o per disposizioni governative, o perché correre era diventato improvvisamente pericoloso a causa di assurde aggressioni a danno dei podisti, in quanto il runner era stato inspiegabilmente additato come una delle figure responsabili per la diffusione del Covid. Ora la situazione sembra essere tornata alla normalità: si è potuto finalmente ricominciare a correre liberamente, mantenendo le dovute distanze, senza la paura di essere insultati da chi, forse, era semplicemente invidioso del fatto che ci prendevamo cura della nostra salute.
Se quindi gli allenamenti sono ripresi a tempo pieno, quello che ora manca veramente al runner sono le gare del fine settimana: quell'appuntamento periodico in cui ogni singolo amante della corsa poteva non solo testare il proprio stato di forma, ma passare un paio di ore in compagnia dei suoi amici e di tutti coloro che condividono la sua passione.
Quest'oggi vi parleremo di una moda che sta lentamente prendendo piede in quest'ultimo periodo: le Virtual Run.
L’idea è semplice: si sceglie una gara, una distanza predefinita (si va dalle 5km, alle mezze maratone, alle challenge di oltre 100km) e c’è un tempo entro cui deve essere completata la sfida. Si corre dove e quando si vuole, in gruppo o da soli e in seguito vengono caricati i dati sul sito di riferimento. Una cosa a cui si deve prestare attenzione, a parte la dead line per caricare i dati, sono le alle app per la corsa compatibili con i diversi siti. Concluso l’evento, la classifica con tutti i runner viene caricata online. Quante persone hanno corso e il proprio piazzamento si scopre solo alla fine, ma la parte più divertente è leggere i diversi luoghi del mondo di chi ha virtualmente percorso la stessa strada accanto a noi...inoltre anche se non esiste un vero traguardo, in alcune gare ogni runner ottiene la propria medaglia di partecipazione...abbiamo fatto un piccolo sondaggio tra i nostri tesserati, e molti (il 62%) sono favorevoli a questo nuova moda.
È un sistema figlio dei tempi: se il lavoro è smart, se gli aperitivi sono online, se i concerti sono suonati dalla casa dei musicisti, allora qualcuno ha ritenuto possibile realizzare in remoto anche la corsa, mantenendo comunque un collegamento tra i partecipanti...pensate, anche la gara più rappresentativa e antica al mondo, quella che ha dato il via al movimento delle maratone su strada nel 1897, la Maratona di Boston, quest’anno si svolgerà con questa modalità.
Però cerchiamo di essere sinceri: la Virtual Run è un pannicello caldo che cerca di lenire una ferita molto profonda e che purtroppo richiede ancora molto tempo per guarire.
La corsa nasce antropologicamente quando i primi ominidi privi di qualsiasi arma hanno iniziato in gruppo ad inseguire le prede per stremarle e procacciarsi cibo. Erano appunto in gruppo. Correre, per quanto atto individuale, ha una forte valenza aggregativa. Chi corre agonisticamente sa cosa sia il momento del via, in massa dentro una griglia. Sente quanta energia ci sia sul percorso a condividere la fatica con altri. Si alimenta della condivisione al traguardo con amici, pubblico e altri partecipanti.
Quella medaglia, il cui valore monetario è pressoché irrilevante, assume un sapore incredibile in funzione della condivisione della fatica spesa insieme ad ogni singolo partecipante all’evento. Nel sudore collettivo. I piedi di ciascuno calpestano la stessa strada. Il campione che arriva per primo, il più resistente che con grande impegno arriva in coda al gruppo, hanno in comune ogni singolo metro percorso. Anche per chi non partecipa a gare, correre con qualche amico ha un sapore particolare. Condividere un percorso ed una fatica ci avvicina. Ci fa sentire accomunati nello scontro tra le leggi della fisica che ci inchioderebbero al suolo e l’atto di correre capace di sollevarti e proiettarti in avanti.
Nell'ultimo week-end, complice le belle giornate di sole, molti nostri tesserati si sono riversati per le strade, inviandoci foto che sprizzavano allegria e gioia di correre insieme, sempre mantenendo le dovute distanze (ovviamente il distanziamento non è necessario nel caso di congiunti, come nel caso dei nostri Riccardo e Monika).
E allora, guardando queste foto, permettetemi di dire che tutto questo non può venir sostituito da nulla di virtuale. Lo facciamo andare bene, perché non abbiamo alternative. Ma non è la stessa cosa. Correre è concretezza. Abbiamo tutti l’auspicio di poter tornare quanto prima ad ascoltare un concerto dal vivo, vedere una partita allo stadio, condividere esperienze di gruppo senza il patema della distanza o con una mascherina da indossare. E tra le cose che mancano, c’è anche l’odore di canfora al via di una affollata manifestazione podistica.
Ciao a tutti e alla prossima.