Buongiorno runners!
L'estate imminente ci rende sempre più fiduciosi verso il futuro, sicuri che con la campagna vaccinale si possa uscire presto da questo maledetto incubo: questa settimana anche chi vi scrive ha ricevuto la prima dose di vaccino, senza riscontrare particolari effetti collaterali. In questi 18 mesi ne abbiamo sentite di tutti i colori...chi parla di complotti mondiali, chi di terrorismo mediatico, chi di pandemia pilotata per interessi miliardari grazie alla diffusione dei vaccini. Nessuno di noi miseri mortali è in grado di conoscere la verità: vi posso dire che negli ultimi tempi il Covid ha toccato i miei affetti da molto vicino e credo che vivere un'esperienza del genere possa convincere anche i più scettici a ricredersi e vedere la cosa in modo diverso.
Ma lasciamo da parte i brutti pensieri e dedichiamoci alle cose piacevoli: con la bella stagione e le temperature gradevoli di questo periodo uscire a fare una sgambata è sempre un grandissimo piacere...approfittatene quindi, in quanto oltre la prova costume con la ripartenza delle gare dovrete essere pronti anche per affrontare la prova...a cronometro!
Dopo questa penosa battuta, siamo pronti a gettarci di nuovo nella nostra rubrica e a presentarvi il protagonista di questa settimana: oggi la rubrica è dedicata a un vero e proprio guerriero. Ma sotto quella scorza da duro abbiamo trovato una persona estremamente gentile ed educata...se volete allenarvi con lui, vi seguirà in capo al mondo...a patto che la destinazione non sia il Circolo Polare Artico!
FABIO PAOLETTI
Fabio Paoletti è un altro dei fedelissimi della Podistica Pomezia. Appassionato di corsa fin da ragazzino, la sua attività di runner ha conosciuto una lunga pausa, in quanto si è fatto tentare e sedurre dal calcio. Dal 2008 è tornato al suo vecchio amore, riprendendo a correre in modo continuo e migliorando costantemente i suoi tempi. Ci dice di non avere preferenze e che affronta volentieri tutte le distanze, anche se noi sappiamo che ha un debole per la maratona: è infatti uno degli affezionati della Maratona di Roma, cui ha preso parte per ben 7 volte e inoltre dal 2010 al 2019 ha corso sempre almeno una maratona. La pandemia gli ha interrotto questa tradizione, ma siamo sicuri che sta già affilando gli artigli, pronto ad affrontare e a divorarsi l'asfalto della edizione di Roma 2021!
Direttivo: Ciao Fabio, benvenuto nella nostra rubrica. Oggi sei il protagonista della nostra intervista. Avendo visto le precedenti sei più impaurito o incuriosito dalle domande che ti faremo?
Fabio: Ciao a tutti! Impaurito sicuramente no…sono molto curioso di ciò che uscirà fuori da questa intervista.
D: Ci racconti da dove nasce la tua passione per la corsa?
F: La mia passione nasce dalle scuole medie, in cui ho preso parte a tante gare al famoso campo del “Tre fontane”. Io e un mio amico eravamo molto competitivi e abbiamo vinto tutte le gare cui abbiamo preso parte, scambiandoci talvolta la posizione d’onore (ma onestamente non so quante volte io sono arrivato primo e lui secondo o viceversa). All’epoca non avevo nessuno che potesse seguirmi, nonostante corressi con tempi intorno ai 4 al km senza fare lavori specifici. Poi ho conosciuto il calcio e dopo le medie abbandonai la corsa dedicandomi solo al pallone (tornei di calcio, calcetto e calciotto). Dal ’97 al 2008 lasciai proprio qualsiasi tipo di attività sportiva. Dopo questo periodo ripresi a correre in modo leggero: percorrevo 5/6 km al giorno senza sapere nulla di ripetute, fartlek, allunghi etc…l’unica cosa che vedevo è che più correvo, più mi sentivo bene. Un bel giorno poi un mio carissimo amico mi disse che si era iscritto alla Roma-Ostia e che successivamente avrebbe preso parte alla maratona di Roma. Quello fu la molla che mi spinse a riprendere a correre in modo costante, in quanto mi misi in testa di partecipare anch’io alle due gare, sebbene i pochi km che avevo nelle gambe non mi permettevano di ambire a grandi tempi (infatti impiegai oltre 5 ore per chiudere la maratona). Con il mio primo tesseramento conobbi un sacco di atleti da cui capii, grazie ai loro consigli, che allenandomi con la testa avrei potuto ottenere buoni risultati e il miglioramento dei miei tempi anno dopo anno mi ha ripagato dei tanti sacrifici.
D: L'ultima gara oltre un anno fa...certo è dura, no? Quanto ti mancano le gare?
F: Durissima! Non ho più fatto gare e mi sono mancate tantissimo, anche perché era una buona occasione per rivederci tutti e fare due chiacchere. Inoltre la gara mi stimola di più: gli allenamenti non sono la stessa cosa!
D: Durante il lockdown come sono andati gli allenamenti? Sei stato vittima di qualche episodio spiacevole come accaduto ad alcuni nostri colleghi?
F: Durante il lockdown sono riuscito ad allenarmi con regolarità: ho fatto le solite 4 sedute settimanali, percorrendo distanze più lunghe nel week-end. Fortunatamente non sono stato vittima di episodi spiacevoli. Ho solo notato tanta paura tra le persone: il timore di essere contagiati era molto e quindi spesso ho notato che tendevano a cambiare strada nel momento in cui mi vedevano arrivare.
D: C'è una distanza che preferisci tra 10km, 21km e maratona? Quale ti dà maggiore soddisfazione e perché.
F: A me piacciono tutte le distanze, non ho preferenze. Sto solo cercando di darmi degli obiettivi per ognuna di esse. Ad esempio la 10 km mi piacerebbe riuscire a chiuderla sotto i 40 minuti. Per la 21 km mi ero proposto di scendere sotto i 90 minuti e ci sono riuscito nel 2018 a Valencia: è stata una bella emozione perché era la prima gara in cui avevo mia moglie e i miei figli ad attendermi all’arrivo e sono riuscito a piazzare il mio P.B. chiudendo la gara in 1:29:28. Per questo devo ringraziare il mister Ennio che mi ha seguito nei miei allenamenti e che mi ha fatto conoscere il mitico Fabio Maniscalchi. Relativamente alla maratona vorrei cercare di avvicinarmi al tempo di 3h 15’, ma ogni volta che ho provato a ottenere il tempo sono stato vittima di crampi, per cui al momento mi sono fermato al tempo di 3:26:36 di Latina 2018.
D: Sappiamo che sei un fedelissimo della maratona di Roma (6 edizioni, giusto?). Cosa si prova a passare dalle oltre 5 ore del 2011 al 03:27:51 dell'ultima edizione?
F: Sicuramente una bella soddisfazione. In realtà le edizioni di Roma sono 7, in quanto la prima la feci nel 2010 senza pettorale e impiegai circa 5h 40: riuscii a correre fino al 29 km, ma poi crollai e continuai la gara camminando e corricchiando quando potevo. Poi dal 2011 al 2019 ho sempre corso almeno una maratona, migliorando costantemente i miei tempi: ciò mi dimostra che se ti alleni nel modo giusto riesci a toglierti qualche soddisfazione.
D: Che obiettivi ti dai adesso che le corse stanno ripartendo?
F: Oggi come oggi non ho obiettivi: sebbene le corse stiano gradualmente riprendendo, con questa brutta situazione che si è creata bisogna stare attenti in quanto se in gara ci sono dei positivi rischi di compromettere non solo la tua salute ma anche quella dei tuoi cari. Per cui al momento penso che non prenderò parte alle gare.
D: Quali sono la gara più bella e quella più dura cui hai preso parte?
F: Di gare belle e dure ne ho fatte parecchie: una di cui tener conto è sicuramente la 3 comuni. Inoltre ricordo che anche il giro del lago di Bracciano non era una passeggiata: 34 km con un muro di circa 1 km verso la fine che metteva a dura prova i muscoli. Per le gare più belle tengo nel cuore la “Best Woman” e “Corri al Tiburtino”
D: Hai un qualche aneddoto curioso che ti è accaduto in gara e che puoi raccontarci?
F: Ricordo che al giro del lago di Bracciano presi al rifornimento una manciata di biscotti e dopo averli messi in bocca si erano talmente compattati che corsi per più di 1 km quasi in apnea cercando di sputarli perché mi stavo strozzando…forse invece di un pacco di biscotti mi avevano dato una sacchetta di cemento!
D: Che ne pensi di quelli che affrontano gare estreme come i 100 km del Passatore o i 202 del 9 colli?
F: Per questi atleti non posso che provare grande ammirazione e quindi di fronte a loro non posso fare altro che inchinarmi. Io sono riuscito a correre una maratona e qui mi fermo, non penso che riuscirei a correre una 100 km, tantomeno i 202 km del 9 colli. Questi sono atleti per cui provo tanto rispetto: spesso ho ascoltato incantato il grande Dante Sanson, quando mi raccontava delle gare cui aveva preso parte. Ma tutti i nostri atleti che hanno preso parte alla 100 km del passatore (al momento mi viene in mente Gianni Dallago, Silvio Arrigoni e Giovanni Consiglio) sono atleti di fronte a cui mi inchino, in quanto sono una spanna più in alto rispetto a me.
D: Visto che abbiamo introdotto le corse estreme, se ti regalassimo un'iscrizione alla Polar Circle Marathon (nota anche come "la maratona più fredda al mondo"), declineresti l'invito o ti getti all'avventura e affronti i -15 gradi lungo il percorso?
F: Penso che la rifiuterei: sebbene non soffra tantissimo il freddo nel corpo, il mio vero problema sono le mani e ai piedi e non ci sono guanti o materiale termico che tenga! Ripeto, sebbene a malincuore rinuncerei…non durerei più di 1 km.
D: Ok, abbiamo finito. Ti va di salutare i tuoi amici della Podistica?
F: Assolutamente si! Non conosco ovviamente tutti, ma ho legato con tanta gente e devo ringraziare Fabio per avermi introdotto in questa grande famiglia. Ringrazio anche Ettore Corlianò, che mi ha dato tanti consigli e che negli allenamenti della domenica mi supporta (e sopporta!). Poi dovrei ancora ringraziare tanta tanta gente: Riccardo e Monika, Stefano Vinci, Stefano De Rinaldi, Carlo Galli, Gianni Dallago, Giovanni Consiglio…e poi Peppe, Emilia, Vincenzo, Paolo…insomma ringrazio e saluto tutta la Podistica Pomezia, con la speranza di rivederci presto. Un abbraccio!