Buongiorno runners!
Finalmente è arrivata la bella stagione e il caldo. Chiunque sia stato costretto nei mesi scorsi a correre al freddo e con il maltempo, coprendosi alla bell'e meglio, ha atteso questo momento impazientemente: quindi adesso via gli scaldacollo, indossate la canotta dell'ultima edizione di "Sulle Orme di Enea" e gettatevi in strada, colorando Pomezia e facendo vedere che finalmente si può ritornare a correre senza timori, sperando che questo sia l'inizio di una definitiva ripresa non solo degli allenamenti, ma soprattutto delle gare podistiche. A tal proposito stiamo lavorando sul calendario delle gare, per riprendere da dove avevamo bruscamente interrotto 15 mesi fa...l'obiettivo è ripartire con il calendario sociale, organizzare qualche appuntamento per un allenamento di gruppo e cercare di ritrovare la splendida normalità di una volta.
Riprendiamo oggi anche la nostra rubrica de "L'angolo del tesserato": questa volta è il turno di un grandissimo atleta, uno di cui la Podistica Pomezia non può che andare fiera, in quanto il bagaglio di esperienza accumulato nei suoi anni di running lo rende una vera e propria "enciclopedia vivente", pronta ad essere sfogliata da chiunque abbia bisogno su come affrontare e preparare una gara. Preparatevi per un viaggio bellissimo...
GUGLIELMO CIVITELLA
Guglielmo Civitella rientra nella categoria di atleti di cui una società podistica non può che andare orgogliosa: il suo nome compare in tante di quelle gare che si fa fatica a quantificare il chilometraggio accumulato in questi anni in cui la passione per la corsa lo ha portato a gareggiare non solo in ogni angolo d'Italia, ma anche in ogni parte del mondo fino ad arrivare alla Grande Mela. Fedelissimo della maratona di Roma (10 edizioni), ha partecipato anche a gare molto più impegnative come la "Strasimeno" e la "100 km del Passatore". Se volete affrontare una gara impegnativa, leggete attentamente la sua intervista: Guglielmo ci ha portato in un viaggio fantastico non solo ricco di emozioni, ma anche prodigo di consigli e suggerimenti.
Direttivo: Ciao Guglielmo, e benvenuto nella nostra rubrica. Come è andato quest’anno senza gare?
Guglielmo: A me piace dire che la gara è il salario del podista, dove si possono concretizzare gli sforzi degli allenamenti: senza si ha l’impressione di non avere obiettivi. E, cosa fondamentale, è venuta a mancare quella che era una gita con gli amici. Per quanto mi riguarda non ho avuto grandissimi problemi a livello di allenamento, in quanto ormai corro tutte le volte che posso con uscite che di solito variano dai 15 ai 24 km in pieno relax. Tutti questi Km da sempre mi consentivano (e spero sarà così anche quando ricominceremo) in tre quattro settimane di gareggiare degnamente.
D: Ci dici da dove nasce la tua passione per il running?
G: Dopo aver provato praticamente ogni sport (pallamano, tennis, calcio e calcetto) a 29 anni su invito di mio cognato, che all’epoca aveva anche corso una maratona, convinto di morire dopo qualche Km insieme a lui ho scoperto di avere delle basi per poter provare questo sport. E da allora non mi sono più fermato.
D: Hai un curriculum da fare invidia... una miriade di gare su tutte le distanze. Tralasciando le classiche gare brevi da 10 km e le mezze maratone, abbiamo notato che hai corso tante maratone (nei database consultabili su internet ne abbiamo contate più di 30)...comincia a raccontarci la tua esperienza sicuramente più bella: New York!
G: New York rimarrà di sicuro nel mio cuore. A distanza di 16 anni ricordo praticamente ogni dettaglio: organizzata soprattutto come vacanza, insieme al grande Ennio Boscherini e 4 amici, abbiamo affittato un appartamento vicino a Central Park, passando tre giorni da turisti. Il giorno della gara ricordo che ci siamo alzati alle 4 del mattino per raggiungere la partenza...poi indimenticabile il transito sul ponte di Verrazzano: con il passaggio degli atleti dava la sensazione che il ponte vibrasse.
Altra cosa che ricordo con piacere è l’usanza di fare delle T-shirt personalizzate con il proprio nome, in modo che il pubblico che forma un cordone praticamente ininterrotto possa incitare i passanti chiamandoli anche con il proprio nome. Ricordo inoltre gli ultimi Km dentro Central Park, impegnativi ma bellissimi, resi ancora più vivi nella mia memoria considerando le condizioni non proprio ideale con un’umidità al 93% che ha rovinato la gara alla maggior parte dei partecipanti. Il mio finale di gara, dal 30Km, è stato in progressione, arricchito da un book fotografico a certificare che non era solo nella mia mente. Tutti dovrebbero correre questa maratona, ma il mio consiglio e di non farla prima di averne portate a termine un numero tale da avere l’esperienza necessaria per gestirsi in modo corretto e godervi quindi ogni metro di una fantastica avventura.
D: Oltreconfine hai preso parte anche alle maratone di Parigi e Nizza: che esperienza è stata? Inoltre c’è una maratona internazionale che ti manca e a cui vorresti partecipare?
G: Parigi è stata organizzata con il gruppo di amici di Pomezia (Consiglio, Pezzera, Grillo, Cirelli Francesca Tomasino e tanti altri). Grazie a Giovanni Consiglio (che stranamente doveva andare in bagno in albergo) sono arrivato alla partenza a pochi minuti dalla via. Poi chiedete a Luigi cosa ne pensa dei piccioni Parigini. Sia Parigi che Nizza sono maratone con percorsi adatti a chi vuole provare a fare dei buoni tempi. Nel 2018 sono finalmente riuscito a coronare il mio sogno di partecipare ad una maratona straniera (Valencia) con la famiglia a seguito ed anche se a livello cronometrico non ho ottenuto un grandissimo risultato, considerando lo stato di forma che avevo essa rientra tra le gare che considero perfette: corsa allo stesso ritmo (al secondo) dal primo Km al traguardo.
Tra le maratone che da sempre vorrei correre c’è Berlino che per anni è stata tra le 5 maratone più veloci al mondo e quindi è l'ideale per tentare di stabilire un personale. Più volte ho provato a iscrivermi senza successo, fallendo anche una lotteria per il pettorale. Adesso mi accontento semplicemente di partecipare (i tempi non mi interessano più)…e per completare il giro turistico, o poco più, rimangono Londra e Praga. Se la società volesse proporre qualcosa , come squadra in merito a queste tre maratone ne sarei molto felice.
D: Hai corso tante maratone nazionali in ogni angolo dello stivale (Bari, Roma, Pisa, Venezia, Livorno, Latina, Carpi, Padova, Rieti, Firenze, Ravenna, Terni): quale è stata la maratona che ti è piaciuta di più e consiglieresti? Ci spieghi il perchè?
G: Tra tutte devo dire sicuramente Roma (a cui ho partecipato 10 volte) perché credo che un percorso con paesaggi simili non li può offrire nessuna città al mondo. Inoltre c’è il grande vantaggio che non bisogna neanche impegnarsi in trasferte, che vanno bene per il turismo e meno per la prova fisica. Inoltre accanto ai i ricordi per le tantissime edizioni cui ho partecipato, dovrei aggiungerne altrettante, in cui ho accompagnato l’amico di turno per 20/30Km.
D: Poichè la maratona non ti bastava, abbiamo visto che hai preso parte un paio di volte anche alla Strasimeno (58km). Che tipo di gara è?
G: Si svolge facendo un giro completo del lago con partenza unica e traguardi intermedi per gare di 10K, 1/2 maratona, 34K e maratona, quindi è fondamentale non farsi trasportare da atleti che ad un certo punto, verosimilmente in prossimità dei loro traguardi, accelerano e rischiano di portare fuori giri il tuo ritmo. La prima volta che ho partecipato, insieme a un certo Giovanni Consiglio, era un test per la 100Km ed in macchina ci interrogavamo su come impostare un ritmo accettabile, considerando che non eravamo mai andati oltre i 42,195. Siamo stati costretti ad impostare la nostra gara come una semplice maratona e una volta superato il traguardo avviare un conto alla rovescia di 16 Km…non credo sarebbe stato possibile affrontare questa "prima volta" diversamente.
Per la cronaca l’edizione successiva (2016) è stata anche la mia gara più difficile a livello climatico, con 5h e 15’ di acqua, freddo e vento (15’ prima della partenza e 15’ dopo l’arrivo): dopo il traguardo della maratona mi sono fermato per un thè caldo ma le mani erano talmente congelate che non riuscivo a togliere i guanti (chiedere a Giovanni che in quella edizione aveva partecipato alla 34KM). Comunque per chi vuole cimentarsi con queste distanze, paradossalmente più sono difficili le condizioni e meglio si corre, perché si è consapevoli che non sono ammessi cedimenti a livello mentale.
D: Poi nel 2014, non contento, ti sei tolto anche la soddisfazione di portare a termine il Passatore (100 km): ci racconti la tua esperienza?
G: Con il solito folle Giovanni Consiglio e dei temerari con camper e bici che ci facevano da accompagnatori, poichè la partenza della gara era alle 15:00 siamo partiti da Pomezia la mattina presto ed alle 9:00 eravamo già a Firenze. Tuttavia siamo riusciti a vanificare il vantaggio con un sopralluogo al percorso che ha fatto si che siamo tornati a Firenze alle 12:00 dovendo ancora ritirare il pacco gara, cosa che ci ha fatto praticamente saltare il pranzo previsto circa 3 ore prima della partenza.
Durante la gara fino al Passo della Colla è andato tutto alla perfezione, poi essendo ancora presto ho deciso di non prendere ancora la luce notturna, ma questo si è rivelato un gravissimo errore perché quando mi sarebbe servita, il buon Pasquale Miccolis dovendo cercare di non investire i podisti e gli accompagnatori è passato probabilmente nel momento che mi ero appartato per bisogni fisiologici e ci siamo rivisti a Faenza.
A questo va aggiunto che durante le gare non posso prendere integratori, nè mangiare perché qualsiasi cosa diverso dall’acqua mi crea problemi intestinali. In questa gara però ho dovuto rischiare bevendo e mangiando le cose più naturali, il minimo indispensabile...ma arrivato al 60Km si è creata una bolla d’aria che non mi ha permesso più di bere o mangiare...intorno al 75°Km ho cominciato ad accusare i primi veri problemi, e fino all’arrivo sono stato costretto a correre poco e camminare tanto, sfruttando le luci degli atleti che di volta in volta mi superavano.
Ho riprovato la gara nel 2016, ma senza aver risolto il problema alimentazione, per cui il risultato è stato praticamente identico, mentre nell'edizione del 2018, quando ho visto che già al 32Km qualcosa non girava nel verso giusto decisi che mi sarei fermato al 50Km. Nonostante possa sembrare tremenda come esperienza, dopo averla superata non si ha più timore di nulla. Precisando che l’edizione 2018 è stata l’unica gara su oltre 500 in cui mi sono ritirato, se si riesce ad essere onesti con se stessi e non cercare mai di fare quello che il fisico non ti consente, diventa una gara alla portata di tutti ed una splendida esperienza, dove tutti gli atleti ti consigliano e ti spronano affinché tu possa raggiungere l’obiettivo che per noi comuni mortali è arrivare a FAENZA.
D: Per affrontare gare del genere bisogna allenare sicuramente il fisico, ma presumiamo che anche L’aspetto mentale non debba essere trascurato. Ci racconti che tipo di preparazione hai seguito per preparare questa gara?
G: Devo premettere che ho iniziato a correre dichiarando che non avrei mai corso una gara più lunga di 12Km...le mie caratteristiche da sempre sono quelle che mi permettevano in pochissimo tempo di avvicinarmi ai miei personali su distanze brevi in 3,4 settimane. E quando iniziarono a parlarmi della 100 dissi che quella sarebbe stata la mia ultima gara podistica, perché sicuramente dopo averla affrontata mi sarei distrutto fisicamente.
Quindi quando dopo le innumerevoli mezze maratone e maratone decisi di provare, lo feci con un approccio molto “soft”, che prevedeva come unico obiettivo quello di cercare di portarla a termine, con allenamenti praticamente identici, sia come distanza che ritmi, a quelli per una maratona. Con due maratone (San Valentino e Roma), la Strasimeno e la 50 di Romagna come avvicinamento ed un test finale che prevedeva 34 km la mattina ed una maratona in notturna (76Km in 16h), dovendo correre la 100 km a ritmi più lenti di 45’’ / 1’, a livello mentale mi sentivo abbastanza tranquillo . E devo dire che la parte fisica sarebbe stata anche sufficiente, considerando che dopo 2 giorni correvo senza alcun problema e ad un mese dalla 100 ho disputato una stupenda gara da 10Km certificando il fatto che la preparazione non mi aveva tolto nulla in velocità.
D: Immaginiamo che anche l’alimentazione e l’integrazione abbia la sua importanza...segui un regime alimentare particolare?
G: Sicuramente ha la sua importanza, ma io sinceramente non ho mai seguito diete anche per non stressare oltre il dovuto mia moglie che già aveva il suo bel da fare con tre bambini da crescere.
D: Hai affrontato l’ultima maratona a febbraio 2020, poco prima dell’esplosione della pandemia. Era la Maratona della Maga Circe alla sua prima edizione. Ci dici che gara è stata e se vale la pena correrla?
G: Bisogna dire che la partenza dal centro storico di S. Felice con uscita dal Borgo dopo pochi metri dallo Start con relativa curva di 90° non è stata una grandissima trovata, però i 2Km seguenti con discesa dalla rocca ci ha regalato almeno 1’ “senza fatica” poi la gara praticamente senza cambi altimetrici si corre senza grandi problemi fino al circuito finale di 14KM che dopo essere transitati a Sabaudia con senso inverso rispetto a chi ha già corso la vecchia maratona di Latina/Sabaudia ti porta al traguardo. Bisogna in ogni caso aggiungere che la premiazione finale è stata veramente pessima per quanto riguarda le tempistiche.
D: Hai chiuso questa maratona in 3:08:05, un tempo inferiore ad altre maratone percorse negli anni precedenti...quanto soddisfazione c’è nel constatare che il fisico e il tuo stato di forma si mantiene intatto negli anni? Possiamo dire che sei come il buon vino: più passano gli anni, più migliori…
G: In realtà consentimi di dire che era un test per la mia 40° maratona che doveva essere Roma...con mio grande rammarico probabilmente mi sono bruciato l’ultima possibilità di avvicinarmi alle 3h. In merito alla domanda devi permettermi una precisazione: il nostro è un bellissimo sport che fa bene a tutto “tranne alle articolazioni”, pertanto dal 2008 ho smesso di seguire tabelle e lavori che sollecitano in modo eccessivo muscoli e tendini, riservando le mie energie solo alle gare, sfruttando il grande bagaglio di esperienza e probabilmente grazie a delle doti che mi consentono di gareggiare a ritmi mai visti in allenamento. Questo per cercare di allontanare il più possibile i rischi di infortuni ed il momento in cui dovrò appendere le scarpe al chiodo.
D: Che consiglio ti senti di dare ai più giovani che si affacciano per la prima volta nel mondo del running? C’è una cosa che devono assolutamente evitare?
G: Il mio consiglio è di non essere impazienti e di non fissare obiettivi sia chilometrici che di tempi non adeguati alla loro esperienza. Devono imparare a conoscere i propri limiti, quello che una volta veniva definito “muro”, e solo da quel momento iniziare a pensare a migliorare i propri limiti. E soprattutto non devono avere invidia dei risultati degli altri e condividere le proprie esperienze: non c’è soddisfazione maggiore di un consiglio ad un amico che gli eviti di dover affrontare un problema da noi vissuto. La corsa con applicazione e passione prima o poi ripagherà gli sforzi sostenuti.
D: Ok, abbiamo finito e grazie della disponibilità. Vuoi mandare un saluto agli amici della PODISTICA POMEZIA?
G: Sto seguendo con attenzione tutti i ragazzi che hanno ricominciato a gareggiare ed a loro mando un grande in bocca al lupo per le prossime gare. A quelli che come me al momento non riescono ancora a tuffarsi nella mischia mando l’invito a continuare ad allenarsi senza esagerare, solo per essere pronti a ripartire tutti insieme…i ritmi verranno da soli con poche gare. Un grande abbraccio a tutti, con la speranza di poter tornare prima possibile alla normalità. Forza Podistica Pomezia.